lunedì 30 luglio 2012

Una tomba per le lucciole

Buongiorno a chi legge.

Stavolta vi propongo un film d'animazione bellissimo, ma straziante, sceneggiato e diretto da Isao Takahata (cofondatore dello Studio Ghibli assieme al più noto Hayao Miyazaki) nel 1988 ed uscito in Italia solo nel 1995: Una tomba per le lucciole.

Il tema e la drammaticità delle immagini lo hanno fatto snobbare a casa nostra, mentre in Giappone ebbe grande successo, ben meritato, aggiungo. Si tratta di un anime al di fuori di tutti gli schemi cui ci hanno abituato gli autori giapponesi, perchè narra senza edulcorazioni la vicenda di due fratellini di Kobe durante la seconda guerra mondiale. La crudezza della narrazione non manca comunque di accenti e toni poetici, come quando i due protagonisti Seita (il fratello maggiore) e Setsuko (la sorellina) si trovano circondati dalla magica luce delle lucciole. Per il resto, la storia è veramente straziante e non aspettatevi un lieto fine, non convenzionale, almeno.

Il film si apre con una scena nella stazione ferroviaria di Kobe, dove un ragazzo sta morendo di inedia fra l'indifferenza dei passanti: è il protagonista Seita, e la sua voce ci informa:"Sono morto il 21 settembre 1945...". Fra i suoi miseri bagagli, una scatola di latta che contiene piccoli frammenti di ossa.
Da qui parte il flashback che racconta tutta la storia.

All'entrata del Giappone nella seconda guerra mondiale, Seita e Setsuko  sono fra le migliaia di sfollati costretti a vivere nei rifugi antiaerei mentre le loro case bruciano sotto le bombe americane. La mamma muore ustionata da una bomba incendiaria, il padre, ufficiale della Marina imperiale giapponese, è lontano in guerra e non ritornerà più. I due fratellini sono costretti a vivere di carità, prima presso una zia, poi, finiti i pochi soldi, in una grotta vicino ad un lago. I tempi si fanno sempre più duri, il cibo scarseggia sempre di più e Seita è costretto a rubare per nutrire se stesso e la sorellina, la quale, con l'innocenza propria dell'età, riesce ancora a vedere la situazione come un gioco. Poi, poco alla volta, Setsuko si arrende alla fame, non parla più, non gioca più, si lascia morire succhiando sassolini come fossero caramelle.
Seita è solo. Deve provvedere da sè alla cremazione della bambina, mentre centinaia di lucciole gli danzano intorno. Infine, l'epilogo che pone fine ad una storia purtroppo analoga a moltissime altre in quegli anni.

Film intenso e bellissimo, ripeto, da proporre anche nelle scuole, magari la secondaria di 1° e 2° grado, perchè il dolore e la sofferenza restano uguali anche se colpiscono persone lontane da noi nello spazio e nel tempo; perchè le principali vittime della violenza e di politiche scellerate sono sempre i piccoli, i più deboli, quelli che rimangono senza voce, se non gliela danno grandi autori come Takahata.
Film che non usa facili espedienti per commuovere, rappresenta la realtà così com'era ed è ancora adesso in paesi colpiti dalla guerra, attraverso gli occhi di bambini costretti a crescere prima del tempo e a conoscere tragedie troppo grandi per chiunque.
Guardatelo, e fatemi sapere.

Perchè le lucciole devono morire così presto?

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