venerdì 29 giugno 2012

Un banda di idioti

Buongiorno a chi legge. Alla voce Hanno detto ho pubblicato una citazione di Johnatan Swift trovata sul libro che sto leggendo attualmente, Una banda di idioti. Premetto che non l'ho ancora finito quindi il mio giudizio sarà sicuramente incompleto e/o parziale, ma per ora mi sto divertendo moltissimo.

Il protagonista, Ignatius, è un essere assolutamente sgradevole, sia dal punto di vista fisico che morale, grasso, sporco, malvestito, odioso con tutti (mamma compresa), intellettuale fallito, cinico, maleducato, volgare, razzista e potrei andare avanti ancora per un bel po'. Le dimensioni del suo ego sono paragonabili solo a quelle della sua pancia, la sua vita si trascina fra sporadici episodi lavorativi (nessun lavoro è alla sua altezza o abbastanza interessante da durare a lungo), abbuffate di junk food, epiche "tirate" contro tutto e tutti. Attorno a lui un'umanità varia di personaggi comici e a volte dolenti, rappresentanti di un'America "minore", che si arrabatta fra le difficoltà di ogni giorno e le consolazioni a poco prezzo che possono offrire il bowling, i centri commerciali, la televisione. Sono curiosa di sapere come andrà avanti e come l'autore, John Kennedy Toole, svilupperà la vena un po' amara e cinica che percorre i capitoli del libro.

La mia edizione (Marcos y Marcos, 2007) riporta una prefazione di Stefano Benni, che con un paragone azzeccatissimo, a parere mio, assimila il personaggio di Ignatius al mitico John Belushi, l'attore che sarebbe stato in assoluto il più adatto a portarne sullo schermo le tragicomiche avventure:"Identico è il loro disagio, la loro sofferenza tramutata in ghigno... Identico è l'esito". Come sappiamo, purtroppo John Belushi finirà il suoi giorni in un motel, schiantato dalla droga; Ignatius partirà per un viaggio impossibile, ed il suo creatore si toglierà la vita il 26 marzo 1969 con i gas di scarico della sua auto (aveva 32 anni).

Singolare è anche la vicenda della pubblicazione di questo libro: mai accettato dalle case editrici, fu solo dopo la morte di Toole che dietro le asfissianti insistenze della madre, fu letto dallo scrittore  e insegnante della Loyola University New Orleans Walker Percy. Fu pubblicato nel 1980.

L'unica altra opera di Toole, un romanzo dal titolo La Bibbia al neon scritto quando l'Autore era sedicenne e che lui aveva sempre ritenuto indegno della pubblicazione, fu edito in America nel 1989 e in Italia, sempre per la Marcos y Marcos, nel 2004. Ne fu fatto un film nel 1995.

Spero di dirvi di più in un altro post, ma se vi siete fatti convincere da queste poche righe, buona lettura!

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