venerdì 21 settembre 2012

La scuola è cominciata


Lo so, la scuola è cominciata ormai da più di una settimana, ma lo stesso voglio inviare a tutti gli studenti che stanno leggendo un buon inizio d'anno scolastico e la fortuna di trovare sulla propria strada buoni maestri e ottimi libri (questi ultimi sono anche i migliori maestri e amici che potrete mai avere).
Mi rendo conto di quanto possa essere pesante lasciare la comodità del proprio letto e della propria casa per starsene seduti delle ore ad ascoltare, prendere appunti, fare compiti di cui a volte non si vede l'utilità, e magari contemporaneamente tremare in attesa di un'interrogazione o del tema in classe... Ma, credetemi, non è poi così male e soprattutto vi sarà molto utile, da subito e nel futuro.
 
Chiudo, perchè non intendo farvi un pistolotto sulla bellezza dello studio della lettura della scuola del dovere ecc. ecc. Prendo invece spunto dal felice evento della riapertura delle scuole per presentarvi il libro di un autore che, per parte mia e non solo, ha raggiunto il massimo del consenso e del gradimento, di cui spero di potervi proporre presto un post dedicato: Roald Dahl. Premesso quindi che sono assolutamente di parte e che ho regalato i suoi libri al mio nipotino quando ancora non sapeva leggere, introduco il divertente, ironico, sottile, godibilissimo Boy.

Dunque, i Dahl erano norvegesi, ma il padre emigrò presto nel Regno Unito per lavoro e per permettere ai figli di frequentare quelle che secondo lui erano le migliori scuole di allora. Boy narra proprio dell'infanzia di Roald e soprattutto del periodo trascorso nei severissimi istituti inglesi, al cui confronto le scuole di qui e in generale d'oggi sono delle vacanze a cinque stelle.
L'Autore non vuole scrivere un'autobiografia, perchè non vuole - dice - annoiarci con particolari noiosi e lunghe chiacchiere: così inizia uno dei più deliziosi racconti della vita di una bimbo prima e di un ragazzino poi negli anni Venti. Una meravigliosa famiglia, grande ed affettuosa, che presto perde il padre; le vacanze sulle isole norvegesi, mari ghiacciati e cieli luminosi; una madre amorevole, eppure inflessibile nel mandare il piccolo Roald lontano, dove erano ubicati questi gloriosi istituti educativi...
Il nostro eroe affronta con il consueto umorismo quello che gli succede, anche se non esattamente piacevole: le punizioni corporali che insegnanti e rettori infliggono per ogni minimo sbaglio, il freddo di lugubri dormitori che ospitavano più ragazzi, la sbobba immangibile definita "cibo", le angherie dei compagni bulli ... Non è una bella situazione e per quanto di carattere forte Roald ne soffre (leggete l'episodio in cui effettuano a tradimento su di lui l'asportazione delle adenoidi senza anestesia e lo rimandano a casa sulle sue gambe, ancora sanguinante...). La nostalgia fa capolino qua e là nella narrazione: Roald scriverà ogni settimana alla madre, a partire dal 1925 e fino al 1957, anno della morte di lei, e ampi stralci delle sue lettere sono riprodotti nel libro.
 
"La nostalgia è un po' come il mal di mare. Non puoi immaginarti come sia spaventoso finché non ne soffri e, quando ti prende, ti arriva come un pugno allo stomaco e vorresti morire. La sola consolazione è che entrambi questi mali si risolvono di colpo. La nostalgia di casa sparisce appena abbandoni i confini della scuola e il mal di mare appena la nave entra in porto".
 
Cosa dirvi, ancora? Il libro, anche se narra di situazioni difficili, brutte, dolorose, non riesce ad essere triste: aleggiano sempre il sorriso, la gioia delle vacanze, il divertimento per gli scherzi ai danni del malcapitato di turno. E, come per una vendetta postuma, i rettori crudeli, le vecchie cattive, i compagni prepotenti e tanti altri si ritroveranno poi dipinti nei più famosi racconti e romanzi di Dahl.
 
Una volta che avrete letto Boy, non vi lamenterete più della vostra scuola...garantito!

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