venerdì 3 agosto 2012

Cosa ci dicono le statistiche ISTAT

Oggi vi lascio un breve excursus nel mondo delle cifre e delle percentuali riguardanti la lettura in Italia. Prendo spunto dalle ultime statistiche rilasciate dall'ISTAT sull'argomento, per l'anno 2011. Il documento si intitola, appunto, La produzione e la lettura di libri in Italia.

Anzitutto, il paziente non sta benissimo: i lettori (considerati tali gli italiani con più di 6 anni che hanno letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista, per motivi non strettamente scolastici e/o professionali) sono meno di 26 milioni e rispetto al 2010 diminuiscono, passando dal 46,8% al 45,3% della popolazione. La percentuale riguarda in egual misura donne e uomini ed anche le differenze sociali rimangono inalterate.

Un altro dato certo e ormai assestato da anni è che le donne leggono di più degli uomini, e costituiscono il 51,6% rispetto al 38,5% dei lettori.
La quota più alta di lettori si rileva nella fascia d'età compresa fra 11 e 17 anni e, ancora una volta, si sottolinea come pesi moltissimo il fatto di vivere con genitori che leggono: a riprova che campagne come la benemerita Nati per Leggere funzionano eccome.

A parità di età influisce fortemente il titolo di studio: leggono di più i laureati rispetto a chi possiede la licenza elementare o nessun titolo di studio. Allo stesso modo si riscontrano livelli maggiori di lettura fra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, impiegati e studenti, minori fra operai, pensionati e casalinghe.
Si legge di più al Nord (53% della popolazione di 6 anni che ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista) che al Centro (48,1%), mentre al Sud, purtroppo, la quota scende rispetto al 2010, con l'eccezione della Sardegna che registra percentuali maggiori rispetto alla media nazionale (46,7%).

Altra note dolente: pare che in Italia una famiglia su 10 (è tantissimo!!!) non possieda libri in casa. A questo dato si lega quanto dicevamo prima, ossia che la presenza di libri e lettori in casa influenza fortemente bambini e giovani, più propensi ad avvicinarsi al mondo della lettura se questa viene proposta e non imposta.

Infine, pare che le nuove tecnologie e Internet nello specifico possano rappresentare un nuovo canale di avvicinamento al mondo della lettura, che anziché esserne danneggiato ne è addirittura avvantaggiato. La propensione alla lettura  ed il diverso livello culturale si riflettono però nei livelli e nelle modalità di fruizione della rete. Più si legge, più si ricorre ad Internet per acquisire informazioni e accedere a prodotti culturali. In questo senso l'utilizzo della rete anche da parte di ipolettori può costituire un buon modo per stimolare l'interesse al mondo del libro.

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